OPERAI DEL SOCIALE: QUANDO L’ACCOGLIENZA VIENE DAL BASSO

26 gennaio 2016 - operai del sociale

“Operai del sociale” ospita il racconto di C., educatrice, la quale narra una sua esperienza legata ad un tema di grande attualità e di cronaca, particolarmente drammatico e discusso: quello dell’accoglienza dei profughi.

Di educativo forse c’è poco, ma di umano tanto, e dunque ne voglio parlare. Esce dalla mia professione, anche se per noi, per il nostro lavoro, è difficile che questo esca dalle nostre vite quando finiamo le ore. Era da un po’ che mi domandavo cosa poter fare, quale contributo poter dare, come vincere la paura circa l’afflusso continuo di profughi. Ho sempre detestato le strategie di evitamento e dunque, quando per strada erano sempre di più i profughi a chiedermi i soldi e desolata passavo oltre, mi sentivo male, malissimo. Fino al giorno in cui, parlando con il Don del mio Paese per l’apertura di una nuova scuola di italiano per stranieri, questo fece emergere l’equazione integrazione uguale meno problemi di ordine sociale e meno visibilità del fenomeno migrazione. Uscita da quell’incontro molto contrariata ebbi la forza di fermarmi di fronte a un ragazzo nigeriano dal sorriso più bello che si possa immaginare e con un cappellino teso verso di me… parlammo… mi feci vedere il permesso temporaneo, mi diede il suo indirizzo, chiese se potevamo passare da loro a trovarli. Da allora non ci siamo più lasciati; io e un gruppo di amici abbiamo conosciuto sette ragazzi nigeriani e uno del Gambia ospitati da un privato. Tante le cene fatte, incontri, feste popolari, scuola di italiano e da una di quelle cene è nata la nostra squadra di calcio mista, richiedenti asilo e italiani e dalla squadra di calcio è nato il desiderio di mettersi in rete con altre sqaudre simili della provincia. Dalla condivisione di esprienza e dialogo continuo è nato il desiderio di far partire un progetto di lavoro socialmente utile per i nostri amici profughi. Così abbiamo invitato attorno ad un tavolo Comuni ed associazioni e qualcuno ha aderito. Abbiamo lentamente conosciuto e aperto un dialogo con il signore privato che a seguito della vittoria di un bando della prefettura ospita i ragazzi. Adesso conosciamo come vengono spesi i soldi a disposizione per ciascuno di loro. Il gestore collabora, permettendo l’affitto del campo da calcio. La bellezza di questi piccoli eventi è che sono nati dal basso, da esigenze espresse insieme in cene condivise tra risate, incomprensioni e ricordi bui. E’ stato un processo naturale. Non avevamo né abbiamo bandi, scadenze e nemmeno soldi, solo la possibilità di metterci in cerchio e cercare altre soluzioni possibili…magari correndo dietro un pallone urlando ed emozionandoci sempre… e tanto.

 C.  

Ascolta il racconto di C. su Social Sounds (www.socialsounds.it)

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